16 aprile 2013

Crescere ai tempi della crisi - un bell'incontro al Festival del Volontariato


Crescere ai tempi della crisi. Diventare adulti, autonomi, in uno dei periodi più difficili della storia del nostro Paese. Di quello che la politica e le istituzioni possono fare per rispondere ai giovani abbiamo parlato sabato 13 aprile al Real Collegio di Lucca, in un incontro del ricco calendario del Festival del Volontariato organizzato dal CNV, a cui ho preso parte insieme a ricercatori, amministratori locali, rappresentanti delle associazioni.
Deve essere chiaro a tutti che offrire opportunità e prospettive ai giovani è un impegno inderogabile per chi vuole far ripartire l’Italia.
Istruzione e lavoro sono punti cardine: restituire dignità a scuola, università e ricerca dopo anni di tagli indiscriminati rappresenta un investimento che non possiamo permetterci di rimandare. Dalla carenza dei docenti di sostegno fino alla complessa situazione dell’edilizia scolastica, passando per le condizioni degli insegnanti che troppo spesso devono far fronte a carenze di ogni genere, è l’ora di voltare pagina. Ma formare al meglio le nuove generazioni non basta, se non si è in grado di offrire loro un’occupazione che le metta in condizione di costruire il proprio avvenire nel nostro Paese. I dati della disoccupazione giovanile, che volano a livelli record, dimostrano che in questo momento ciò non accade. E allora bisogna fare presto: lavorare insieme, a tutti i livelli istituzionali, è il primo passo. Unire le forze per costruire nuove politiche pubbliche in grado di sostenere i giovani nel cammino verso l’autonomia, valorizzandone le competenze nell’interesse di tutta l’Italia è essenziale. Nel nostro territorio si sta provando a dare risposte: offrendo spazi di aggregazione e sviluppando progetti come GiovaniSì, si sono fatti passi avanti. Gli enti locali e la Regione non devono essere lasciati soli in questo impegno: serve il sostegno dello Stato centrale e serve la capacità di immaginare un altro modo di costruire il futuro, non solo per gli individui, ma per la comunità. Perché se non crediamo nel futuro non abbiamo più speranza e se pensiamo di farcela ognuno per sé, abbiamo già perso.