Di ritorno a casa dopo i primi due giorni di lavoro di
questa nuova legislatura, tiro le fila delle prime impressioni.
In Parlamento dal 2001, posso dire che tra i colleghi
Pd sono una veterana: per me l’effetto “primo giorno di scuola” non c'è stato.
Eppure, circondata dai moltissimi volti nuovi, donne e giovani soprattutto, che
come democratici abbiamo portato a Montecitorio, ho provato un’emozione forte,
che si è mischiata in questo avvio delle attività alla consapevolezza della
responsabilità che abbiamo di fronte in questa legislatura che si annuncia
complessa: quella di rispondere rapidamente alle necessità degli italiani che
da troppo tempo vivono grandi difficoltà.
L’elezione dei presidenti delle Camere è stata la
prima prova che il centrosinistra ha dovuto affrontare e che ha superato con
successo. Le prime tre votazioni a scheda bianca, avvertite da molti come
inutili e frustranti, ci hanno in realtà permesso di ottenere due risultati: da
una parte l’inizio di un lavoro di confronto aperto con le forze politiche a
partire da Scelta Civica e M5S per la ricerca di un nome condiviso,
dall’altra la scelta di due figure di alto profilo, quelle di Laura Boldrini e
Pietro Grasso, che hanno raccolto un consenso unanime non solo a livello
parlamentare. I tanti apprezzamenti per queste scelte, che ho anche ricevuto
personalmente, sono davvero confortanti: dimostrano che è possibile individuare
figure che rappresentando con grande prestigio i nostri valori più sentiti,
quelli della solidarietà e della legalità, ci rimettono in sintonia con il
nostro popolo, con il centrosinistra che vuole cambiare profondamente l’Italia
per farla ripartire.
Ho votato Laura Boldrini con grande convinzione. In un
tweet lanciato immediatamente dopo aver votato l’ho scritto a chiare lettere:
“Chi guarda agli ultimi è mio faro nella vita e in politica. Ho votato Boldrini
con questo sentimento e la speranza di un segnale vero”. Avevo un groppo alla
gola per la gioia quando, mezz’ora dopo, nel suo discorso di insediamento la
nostra Presidente ha pronunciato quella stessa parola, accantonata da troppo
tempo: “ultimi”. Che dovranno avere voce. Che nella Camera dei Deputati, ha
promesso Boldrini, troveranno luogo di cittadinanza.
Infine, devo ammettere di essere rimasta molto colpita
dall’atteggiamento della maggior parte dei media, che hanno concentrato la loro
attenzione sugli eletti del M5S. Eppure molte delle loro proposte,
rappresentate come grandi novità, sono già realtà: dalla diretta streaming
delle sedute alla disponibilità pressoché immediata dei verbali.
Nei prossimi giorni ci aspettano passaggi
fondamentali: dalle consultazioni del Presidente Napolitano uscirà un quadro
più chiaro della situazione che ci troveremo di fronte. Una cosa però è sicura:
l’Italia ha bisogno di una svolta, fatta di lavoro e sviluppo, nel segno della
legalità e della solidarietà. Per ripartire davvero e restituire speranza.