Il Giorno della Memoria rivolge a tutti noi un ammonimento terribile e potente.
Avere memoria dello sterminio, della brutalità, del
progetto freddo e razionalizzato di cancellare dalla faccia della terra tutti
coloro che non rispondevano ai deliranti parametri del totalitarismo nazista non
deve rimanere un pur fondamentale appuntamento alla fine di gennaio.
È necessario
fare del ricordare un patrimonio del presente, un respiro vivo nelle nostre
giornate, nel nostro modo di muoverci nel mondo e di intendere la comunità e la
socialità.
È una lezione, quella che impariamo oggi, che investe la nostra
capacità di costruire il futuro da consegnare ai giovani, di alimentare
un’identità condivisa che rigetti senza esitazione intolleranza, razzismo,
dittatura, violenza come elementi estranei e inaccettabili.
Alla memoria forse
non possiamo affidare la certezza assoluta che quello che è stato non si ripeta
e questo deve farci tremare. Certo è però che senza memoria gli insensati
distinguo, la banalizzazione, i deliri revisionisti rischiano di trovare spazio
e nutrimento, tornando ad instillare pericolosissimi semi d’odio nella nostra
società oggi profondamente in crisi.
A noi tutti spetta il compito di lavorare,
a partire dalla nostra responsabilità di individui, affinché il pregiudizio e
la paura possano essere dissolti dalla capacità di confronto, dal rispetto e
anche dalla curiosità di conoscere ciò che ci appare “diverso” e di cogliere
opportunità di arricchimento e crescita.