03 febbraio 2015

Le parole del Presidente

Lo abbiamo applaudito tanto, è vero. Lo abbiamo applaudito con passione per le sue parole e anche, sì, con la gioia e il sollievo di aver ritrovato in noi stessi, in quel Pd da cui veniamo e che vogliamo far crescere, la capacità di riconoscere il valore di quella che si annuncia come una figura di altissimo livello.
Sergio Mattarella ha giurato stamattina alla Camera: oltre le parole di rito, oltre le campane di Montecitorio e il cannone del Gianicolo, oltre il cerimoniale emozionante e denso di significato, c’è il suo discorso a dimostrare l’attenzione e la sensibilità del nuovo Capo dello Stato nei confronti di quell’Italia in difficoltà di cui si appresta ad essere “padre” istituzionale e garante.

In mezzora di parole misurate e precise, Mattarella non ha dimenticato nessuno degli aspetti della situazione del nostro Paese. Al contrario, è andato oltre il già importante riferimento alle difficoltà quotidiane degli italiani e anche oltre il richiamo deciso alle istituzioni, di farsi carico dei bisogni e dei problemi che i cittadini affrontano.
Il suo discorso ha fatto un passo ancora, ha disegnato la composizione sociale dell’Italia, tratteggiandola con le parole dedicate ai giovani e al loro futuro, alle donne e al loro diritto alla sicurezza, con quel riferimento alla necessità di una nazione più capace di solidarietà per uscire da una crisi che ha aumentato le diseguaglianze e l’ingiustizia. E anche con quelle immagini chiare e semplici, la scuola, l’ospedale, il museo, il municipio, frammenti di una vita di tutti i giorni che sono stati e restano il volto della Repubblica che si mostra alla gente.

L’intensità delle parole sulla lotta alla mafia, con un’emozione che mi è parsa ancora più palpabile, si è intrecciata con la memoria della Resistenza e il ripudio della guerra, a saldare il cerchio della visione di un presidente che non solo per la sua provenienza si annuncia come appassionato custode della nostra bellissima Costituzione.

Non ha dimenticato nessuno e si è presentato a noi tutti come arbitro imparziale.

La mia impressione è che Mattarella saprà essere severo e costante nel richiedere a tutte le forze politiche un lavoro comune per portare l’Italia fuori dalla congiuntura negativa degli ultimi anni: un impegno condiviso che, ben lontano dallo snaturare le singole identità, sappia incontrarsi sul terreno della correttezza, della trasparenza, dell’interesse di tutti, della costruzione di un futuro saldo per le nuove generazioni.