Lavoro,
welfare, lotta alla violenza: punti fondamentali per cambiare, da attuare con
proposte concrete per mettere tutte le donne in condizione di offrire il meglio
dei loro talenti e delle loro capacità alla ripartenza dell’Italia.
Quest’anno
viviamo l’8 marzo in una situazione di grave difficoltà economica e di altrettanto
preoccupante instabilità politica. Oggi più che mai la Giornata internazionale
della donna ci ricorda che senza la forza delle donne non potremo uscire da uno
stallo nocivo all’intero Paese.
Lo
dicono i numeri: i paesi in cui l’occupazione femminile è più bassa, crescono
meno.
È
questo il caso dell’Italia, una situazione che richiede risposte efficienti. Le
proposte che abbiamo avanzato, come democratiche, sono chiare: sul piano fiscale,
si può intervenire con incentivi e detrazioni a sostegno dell’assunzione delle
donne; il welfare, con l’estensione dei servizi di cura e degli asili e in
generale orientato al sostegno della famiglia, è altrettanto fondamentale. Una
legge sull’eguaglianza di genere nel mercato del lavoro e un effettivo congedo
di paternità contribuirebbero senz’altro a realizzare quella parità che nel
nostro Paese sembra ancora un obiettivo distante.
È
necessario un profondo cambiamento culturale, essenziale per arginare un
fenomeno ormai strutturale nella nostra società, quello della violenza contro
le donne. I numeri (oltre 100 le donne uccise nel 2012) sono spaventosi e
chiariscono con brutale immediatezza come questa violenza sia espressione di
una disparità che va oltre la sfera privata e chiama in causa con forza la
politica. Anche se sono stati fatti passi avanti, come la firma della
Convenzione di Istanbul (l’iter per la legge di ratifica non è però stato
completato), l’Italia sconta tuttora ritardi su temi importanti come
prevenzione, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli: per questo
continueremo a chiedere l’istituzione di un Fondo per il contrasto alla violenza
nei confronti delle donne e di un osservatorio per un monitoraggio efficace,
insieme a norme precise di tutela della vittima durante le indagini e
l’introduzione del carattere prioritario per i procedimenti penali per i reati
sessuali. Consapevoli che il nostro Paese può tornare a crescere solo se le
donne italiane saranno effettivamente sicure e libere di scegliere.
Nessun commento:
Posta un commento