Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?
Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio dell’Italia e del mondo. Vergognosa è l’inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli Stati Uniti ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Vergogna!
Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell’autodifesa può farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di bambini, giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità internazionale. Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione collettiva ad un milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente la Carta delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti umani.
Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di Hamas contro Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza. Inaccettabile è l’assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono le minacce di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e la costante violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro costruito sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l’inazione irresponsabile dell’Onu, dell’Europa e dell’Italia.
La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone ma anche le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra dignità.
Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra scelta. Altre opzioni non ci sono.
Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di pensare. Non ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di violenza che li sta brutalizzando. Anche la teoria dell’equidistanza è insensata perché nega la verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più giusto di cominciare a costruire la pace in tempo di guerra.
Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E’ vecchia e fallimentare. Nessuna guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere temporaneamente alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che pretende di risolvere. Non c’è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei palestinesi, di Israele e del Medio Oriente attraverso l’uso della forza. La via della guerra è stata provata per sessant’anni senza successo. Anche il buon senso suggerisce di tentare una strada completamente nuova.
Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la questione palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza l’intervento di un Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I governi europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune. Ma questa realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con ancora maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo urgente bisogno.
Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono cambiare, imporre l’immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza. L’Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una politica nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un autentico ruolo conciliatore.
La guerra deve essere fermata ora. Non c’è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E’ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per questo, dobbiamo fare la nostra scelta.
Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: “a ciascuno di fare qualcosa!“
09 gennaio 2009
06 novembre 2008
Da YouTube: Barack Obama: primo discorso da presidente
Barack Obama: primo discorso da presidente (Parte1)
Barack Obama: primo discorso da presidente (Parte2)
Barack Obama: primo discorso da presidente (Parte2)
29 ottobre 2008
In difesa della scuola
Quello che si è verificato nelle ultime settimane è uno dei più violenti attacchi al modello della scuola pubblica degli ultimi anni. So bene che il sistema scolastico italiano ha bisogno di essere sottoposto ad un'opera di razionalizzazione e riassetto complessivo e che per fare questo è necessario un impegno serio e quanto più possibile partecipato. Per questo non posso non criticare fortemente le modalità con cui questa riforma è stata portata avanti dal Governo Berlusconi e dai Ministri Gelmini e Tremonti, nonché i principi che stanno alla sua base . Ritengo infatti che il decreto legge non sia lo strumento adatto a condurre un'opera di riforma, la quale necessita invece della discussione aperta e democratica. Sottrarre un argomento importante come quello della scuola al dibattito parlamentare significa assumersi la facoltà di decidere per tutti senza curarsi di cosa pensano i diretti interessati. In secondo luogo il criterio economicista dei tagli se risolve il problema dei soldi non risolve quello della scuola. E' chiaro dal testo del decreto che non esiste una strategia complessiva di riforma ma che ci si preoccupa unicamente di reperire fondi tagliando dove capita e affrondando in poche righe settori diversi quali quello dell'univerità, della scuola primaria, delle scuole superiori, delle abilitazioni all'insegnamento.
Penso che la scuola italiana meriti di più di una serie di tagli perchè è la scuola stessa che guida la crescita e lo sviluppo di un paese. E un paese che tratta con trascuratezza il proprio sistema educativo rischia di compromettere il proprio futuro.
Penso che la scuola italiana meriti di più di una serie di tagli perchè è la scuola stessa che guida la crescita e lo sviluppo di un paese. E un paese che tratta con trascuratezza il proprio sistema educativo rischia di compromettere il proprio futuro.
19 settembre 2008
Alitalia: serve una soluzione rapida.
Il fallimento della trattativa per il salvataggio di Alitalia, purtroppo, realizza le nostre previsioni su un piano industriale poco chiaro.
Adesso il Governo non può scaricare la colpa su una parte del sindacato e sull'opposizione, deve assumersi di fronte al Paese la responsabilità di non aver individuato una soluzione positiva in grado di rilanciare l'Azienda e tutelare i 20 mila lavoratori.
Si assiste, sulla pelle dei dipendenti di Alitalia e delle loro famiglie, ad uno spettacolo poco edificante: spot elettorali che adesso si rivelano solo promesse, proposte economiche che toglieranno denaro dalle tasche degli italiani.
Adesso ci troviamo ad un passo dal fallimento, è urgente individuare una strategia economica seria e credibile, noi lavoreremo, dall'opposizione, perchè si individuino strade in grado di salvare Alitalia.
Adesso il Governo non può scaricare la colpa su una parte del sindacato e sull'opposizione, deve assumersi di fronte al Paese la responsabilità di non aver individuato una soluzione positiva in grado di rilanciare l'Azienda e tutelare i 20 mila lavoratori.
Si assiste, sulla pelle dei dipendenti di Alitalia e delle loro famiglie, ad uno spettacolo poco edificante: spot elettorali che adesso si rivelano solo promesse, proposte economiche che toglieranno denaro dalle tasche degli italiani.
Adesso ci troviamo ad un passo dal fallimento, è urgente individuare una strategia economica seria e credibile, noi lavoreremo, dall'opposizione, perchè si individuino strade in grado di salvare Alitalia.
02 luglio 2008
Le impronte ai bimbi rom?Una scelta inaccettabile dal punto di vista etico. Non possiamo iniziare a discriminare le perosne cominciando dai più piccoli.
Ci sono altre strade per favorire un maggior inserimento di queste comunità, proprio partendo dai bambini. Si comincia dalla scuola, facciamo in modo che questi bimbi frequentino le scuole e che questo dovere sia la condizione fondamentale per accedere ad altri diritti.
Ma non possiamo accettare l'idea che dei minori vengano sottoposti a pratiche che non sono previste per altri cittadini italiani o europei.
Ci sono altre strade per favorire un maggior inserimento di queste comunità, proprio partendo dai bambini. Si comincia dalla scuola, facciamo in modo che questi bimbi frequentino le scuole e che questo dovere sia la condizione fondamentale per accedere ad altri diritti.
Ma non possiamo accettare l'idea che dei minori vengano sottoposti a pratiche che non sono previste per altri cittadini italiani o europei.
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