Noi,
che viviamo sicuri, non possiamo neanche immaginare.
Non
potremo mai neppure solo affacciarci sull’abisso del dolore e della paura di
chi, per l’appartenenza ad un etnia o per la professione di una religione
diversa, si è visto strappare tutto: la casa, la famiglia, la vita.
Eppure
dobbiamo ricordarci che questo è stato: e che prima di Auschwitz sono esistiti
i negozi vietati agli ebrei, le epurazioni nelle scuole e nei posti di lavoro,
la Notte dei Cristalli, le stelle gialle appuntate sui cappotti.
Ricordare
Auschwitz, la Shoà, è necessario ma non è sufficiente.
Bisogna
ricordare bene, scolpircela nella mente, quale è stata la strada che ha portato
alle porte delle camere a gas.
La
violenza praticata ogni giorno, la discriminazione sancita dalla legge e
sistematizzata, fino all'atroce efficienza delle fabbriche dello sterminio.
Quella
strada noi dobbiamo fare in modo che nessuno possa più percorrerla: dobbiamo
essere capaci di cogliere segnali di allarme e isolarli come patologie
contagiose e mortali.
Quest’anno
ricorrono anche i 70 anni dalla Liberazione del nostro Paese: nella sconfitta del
nazifascismo affondano le radici dell’Italia repubblicana. Quella che oggi
lotta e lavora per uscire dalla crisi economica e morale che ha rischiato di
metterla in ginocchio.
Dobbiamo
cambiare, è vero, ma senza mai dimenticare da dove veniamo e per cosa è stato
versato il sangue di chi ci ha liberato dal totalitarismo.
Una
memoria attiva e quotidiana, fatta di scelte di vita, coltivata nei valori di
democrazia, giustizia ed equità che si trasmettono alle nuove generazioni, è
l’antidoto migliore contro il rischio di pericolose recrudescenze.
Si
può provare a ricordare insieme, per ragionare e costruire una memoria
condivisa, che diventi un patrimonio di tutti, un’eredità comune.
Questo
è il programma delle iniziative delle istituzioni lucchesi per i Giorni della Memoria e del Ricordo: ve lo segnalo
perché gli appuntamenti sono tanti e meritano tutti attenzione.
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