15 marzo 2008

Precarietà, un tema da trattare seriamente

Sulla precarietà non si scherza. Chi lo ha fatto non conosce l'ansia e la preoccupazione di molte ragazze e ragazzi che, a causa di un lavoro precario, sono costretti ad una vita precaria. Un tema che tocca da vicino tanti nostri giovani. Il Pd ha fatto una proposta chiara: un compenso minimo legale (1000-1100 euro al mese) per i lavoratori economicamente dipendenti, l'allungamento del periodo di prova, l'incentivazione dell'apprendistato, forti incentivi a chi assume a tempo indeterminato, durata massima di 2 anni per contratti atipici, l'estensione delle tutele fondamentali a tutti i lavoratori.. Deve essere garantita, inoltre, la continuità dell'occupazione facendo della formazione permanente un nuovo diritto di cittadinanza, con la tutela del reddito in caso di disoccupazione e con un sistema efficiente di servizi per il reimpiego.
Una proposta seria che offre speranza e prospettive si stabilità tanti giovani. Si può fare e tu cosa ne pensi?

1 commento:

  1. Penso che quelle indicate dal Pd sono misure necessarie ma forse non sufficienti.
    Vorrei che il nuovo parlamento e il nuovo governo lavorassero per dare ai giovani non tanto la “certezza del lavoro” ma la “certezza del futuro” cioè la fiducia che nasce dal vivere in una società dinamica, che offre possibilità, che premia il merito, nella quale il lavoro si adatti alle esigenze dei singoli (delle donne in particolare). In Italia viviamo con il terrore del precariato perché il nostro sistema è bloccato, perché le opportunità sono poche, perché chi ha merito non avanza, perché chi è licenziato a 50 anni non ha più opportunità. La tutela del reddito in caso di disoccupazione è molto importante, la condivido in pieno, ma la vorrei vedere inserita in un sistema che agevoli le imprese ad assumere e licenziare. In altri paesi (per esempio la Danimarca) queste misure hanno creato una società più equa in cui l’indice di benessere sociale e la fiducia nel futuro dei giovani sono entrambe aumentate.

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