“A
ten bota”. Teniamo botta. La collega Manuela Ghizzoni ha concluso così il suo
intervento alla Camera prima del voto sul provvedimento sugli interventi a
sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia: ha ricordato quello
che gli emiliani ripetono con forza da quelle giornate tremende del 20 e del 29
maggio, quando il sisma ha spazzato via case, chiese, fabbriche, soprattutto
troppe vite umane.
Il
bilancio di questa catastrofe è spaventoso: oltre la tragica conta delle
vittime, 27 persone, gli sfollati sono 11mila, le imprese colpite più di 5mila
con circa 25mila lavoratori coinvolti.
Ieri
si è completato un percorso che le forze politiche hanno iniziato e compiuto
insieme, per aiutare chi ha perso tutto a ripartire. Alla Camera abbiamo varato
un provvedimento importante, che mira ad una ricostruzione rapida ed
efficiente, per offrire il necessario sostegno alle popolazioni colpite e
consentire loro di tornare al più presto ad esprimere quel potenziale che fa
dell’Emilia uno dei principali motori di sviluppo del nostro Paese.
Ma
gli emiliani non possono farcela da soli, nonostante gli sforzi che tutti,
cittadini e istituzioni, hanno immediatamente messo in campo.
Il
decreto legge approvato ieri è il primo passo essenziale per andare oltre
l’emergenza ed è stato condiviso, nel suo impianto, con i presidenti delle
Regioni colpite: a loro è stata affidata la funzione di commissari, ai sindaci
quella di subcommissari. Una scelta dettata dalla necessità di un
coinvolgimento diretto dei livelli istituzionali più vicini ai cittadini e di
rapidità decisionale.
Con
il decreto vengono stanziati 2 miliardi e mezzo di euro per la ricostruzione;
sono previsti un fondo a vantaggio delle imprese, provvedimenti per la ricerca
per scongiurare delocalizzazioni, contributi al risarcimento danni per i
produttori di parmigiano e grana. A questo si aggiungono misure come la
detassazione dei rimborsi alle imprese per i danni subiti, l’individuazione di
zone a “burocrazia zero”, le condizioni favorevoli per gli incentivi su impianti
a energie rinnovabili e la semplificazione amministrativa che mira a far
ripartire le attività senza deroghe alla sicurezza. All’edilizia scolastica sono
destinati altri 120 milioni, altre risorse sono destinate ai beni culturali, per
la loro tutela e messa in sicurezza.
E
oltre i necessari stanziamenti, che miriamo a incrementare, c’è un’altra misura
importante: è l’insieme di norme pensate per impedire che la criminalità
organizzata possa lucrare sulle operazioni di ricostruzione.
Oltre
queste misure positive è impossibile negare che nel provvedimento ci sono
elementi che non ci soddisfano a pieno: avremmo voluto ottenere l’allentamento
del Patto di stabilità per le amministrazioni coinvolte e una sospensione più
lunga degli adempimenti fiscali, tributari e contributivi. Ma su questo fronte
ci siamo impegnati a lavorare per ottenere ulteriori interventi.
Se
è chiaramente indispensabile definire con una legge il modello di intervento
per affrontare gli effetti delle calamità naturali e trovare le risorse, allo
stesso modo siamo convinti che sia fondamentale, per un paese come l’Italia in
cui il rischio sismico è diffuso, investire di più in termini di prevenzione.
Si può fare potenziando la ricerca e incentivando i metodi di costruzione
antisismici. E si può lavorare, come ha sottolineato la collega Ghizzoni, per
realizzare quel progetto di manutenzione immobiliare e di cura contro il
dissesto idrogeologico proposto dal Governatore della Banca d’Italia.
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