24 giugno 2011

DIARIO DI BORDO - dal 20 al 25 giugno

La maggioranza non si smentisce. E nonostante i segnali inequivocabili lanciati dai cittadini con il voto amministrativo e referendario, continua il suo cammino a colpi di fiducia e autoreferenzialità.
Questa settimana il decreto sviluppo è stato protagonista a Montecitorio proprio con l’ennesimo voto di fiducia. Il Pd si è espresso contro questo provvedimento, che tra l’altro introduce un pericoloso allentamento delle regole in tema di appalti e di urbanistica. Senza contare la marcia indietro sulla messa a pedaggio delle tratte stradali Anas: il governo sembra ormai intenzionato a far pagare gli automobilisti anche su queste strade, che tra l’altro sono spesso in condizioni disastrose.
Il giorno seguente il discorso alla Camera di Berlusconi ci ha lasciati profondamente delusi: il presidente del Consiglio ha ripetuto una serie di luoghi comuni della sua retorica, dalla negazione dei contrasti nella maggioranza alla riforma delle giustizia, passando per immigrazione e federalismo fiscale, senza fare proposte concrete e immediatamente attuabili per risollevare il paese. Una serie di “buoni propositi” da “primo giorno di scuola”, come ha sintetizzato il segretario Pd Bersani. L’Italia però non può aspettare ancora.
Altro fronte caldo, quella della manovra da più di 40 miliardi che l’esecutivo intende varare entro la fine di giugno. Nelle intenzioni del governo pare esserci anche quella di intervenire nuovamente sulle pensioni nell’ambito della manovra da varare entro la fine di giugno, con un ulteriore aumento dell’età per tutti i cittadini. A questo si somma un bagaglio di tagli che colpiranno ulteriormente i Comuni e la sanità, insieme a blocco del turn over e congelamento degli stipendi pubblici. 

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