10 giugno 2011

DIARIO DI BORDO - dal 6 al 10 giugno

Se qualcuno aveva ancora dubbi sulla situazione della maggioranza, questa settimana avrà senz’altro fugato qualsiasi residua incertezza in merito allo stato confusionale di quella che ormai sembra più una compagine allo sbando che una coalizione in grado di guidare l’Italia.
Mentre in tutto il Paese cresce la mobilitazione per i referendum di domenica e lunedì (di cui il centrodestra non pare aver capito la portata) la crisi della maggioranza è ormai conclamata, tra vertici fallimentari, battute al vetriolo e abbandoni repentini della nave che affonda. E dal Parlamento, in questi giorni, sono arrivati segnali inequivocabili delle gravissime difficoltà dell’esecutivo guidato da Berlusconi.

Al Senato il governo è andato sotto su due emendamenti al ddl anticorruzione, un provvedimento importante. La Lega si è anche distinta per il voto contrario sull’emendamento (bipartisan, peraltro, e approvato) che prevede il giuramento di fedeltà alla Costituzione, al momento dell’assunzione, per chi assuma pubblici impieghi e ricopra cariche pubbliche. Contraccolpi anche alla Camera, dove la seduta della commissione cultura è stata sospesa: mancavano due esponenti ‘Responsabili’, la cui assenza metteva a rischio la tenuta della maggioranza al momento dell’esame di una parte del decreto legge Sviluppo. Nel corso dei lavori però è da registrare un risultato positivo: grazie anche al voto favorevole del Pd la Camera ha approvato la legge sul sistema casa qualità. Obiettivo, contribuire all’innalzamento della qualità edilizia, in particolar modo nel recupero del patrimonio esistente e con forte attenzione all’efficienza e al risparmio energetico. Il Pd ha anche presentato un ordine del giorno per chiedere al governo maggiori risorse in questo senso.
Intanto, mentre Berlusconi non riesce neppure ad arrivare ad un punto sul fisco, l’Italia raccoglie l’ennesimo frutto della dubbia popolarità del presidente del Consiglio: uno dei più prestigiosi giornali inglesi, l’Economist, lo ha piazzato in prima pagina con la scritta “The man who screwed an entire country”. Ovvero: “l’uomo che ha fottuto un intero Paese”.
Questi ultimi giorni poi li ho passati in piena campagna per i referendum: tra le iniziative alle quali ho partecipato quella del Pd a Ponte a Egola, San Miniato, ieri sera. Stasera chiuderò invece la campagna referendaria a Castiglione di Garfagnana, con le forze impegnate per il Sì.
Da parte mia voterò quattro Sì: per l’acqua pubblica e non mercificata, per l’energia pulita, per la legge uguale per tutti.

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