11 novembre 2011

DIARIO DI BORDO - 11 novembre

La svolta è arrivata. Berlusconi se ne va. Lo fa annunciando dimissioni ‘a orologeria’ che hanno inferto l’ennesimo, e si spera ultimo, danno al Paese. Il presidente del Consiglio ha deciso di andarsene solo dopo che la sua traballante maggioranza si è definitivamente sfaldata sui banchi di Montecitorio: lascia un’Italia sull’orlo del baratro. La giornata di mercoledì, con la Borsa in picchiata e lo spread che ha sfondato l’agghiacciante soglia dei 570 punti, non sarà facile da superare. Nell’angoscia di quelle ore di emergenza abbiamo potuto contare sulla lucidità e sulla fermezza del Presidente della Repubblica, che nonostante l’incertezza che ancora persiste ha saputo indicare chiaramente la strada verso l’uscita da questo incubo. I tempi sono stati drasticamente abbreviati, domani saremo in Aula per permettere il varo del ddl Stabilità, poi inizierà il cammino per un nuovo governo.
Per guidare l’esecutivo pensato per portarci fuori dalla bufera e che si spera possa nascere al più presto, il nome più accreditato è quello di Mario Monti: ci aspettiamo che vengano prese misure eque, in grado di dare nuovo impulso alla crescita e che restituiscano all’Italia il prestigio e la credibilità che merita.

La tensione di questi giorni non deve farci dimenticare il disastro di Genova. Il maltempo è tornato a fare morti. Vogliamo un governo che capisca che tutelare l’ambiente significa tutelare la sicurezza dei cittadini, che investire in questo campo vuol dire salvare vite e anche un patrimonio di lavoro e impresa. Azzerare sostanzialmente le risorse al ministero, abbandonare la Protezione Civile, le Regioni e gli enti locali, è il peggio che si possa fare. Nonostante questo, resta l’ostinazione con cui il ministro Prestigiacomo ha ribadito in Commissione che dal suo ministero è stato fatto il meglio: un atteggiamento incomprensibile.   

Non da meno, anche alla fine il governo Berlusconi ha dimostrato di che pasta è fatto: già sull’orlo del precipizio, ha scelto di non versare i finanziamenti statali dovuti al Parco della Pace che custodisce la memoria dei 560 martiri di Sant’Anna di Stazzema. 50mila euro all’anno per mantenere vive le tante attività (tra cui il Museo, il più visitato tra quelli non statali in Toscana) che promuovono la pacificazione tra i popoli. L’ho detto anche replicando al sottosegretario Giro, che aveva risposto alla mia interrogazione in proposito: è una scelta vergognosa. La Regione è intervenuta e provvederà affinché il Museo possa restare aperto nonostante il taglio dei fondi statali: per fortuna le nostre istituzioni, il presidente Rossi, dimostrano attaccamento ai valori fondanti la nostra Repubblica e lo fanno con gesti concreti e molto significativi. Quello che vogliamo ora è ripartire. E per costruire l’Italia nuova che vogliamo, memoria e antifascismo sono elementi imprescindibili. 

Nessun commento:

Posta un commento