09 novembre 2011

Uscire da quest'incubo

308: è questo il numero del disastro per il governo. È il numero dei deputati che votano, troppo pochi per sopravvivere. Il risultato a Montecitorio sul Rendiconto dello Stato, che pure è stato approvato, è un sigillo inequivocabile sul fallimento dell’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. Il voto, il volto del premier, il biglietto fotografato, i traditori, la salita al Quirinale, la resa. Il Presidente del Consiglio annuncia che si dimetterà dopo l’approvazione della Legge di Stabilità, dal Colle una nota ufficiale sottolinea questa decisione e rimarca l’intenzione di aprire le consultazioni nonostante il pressing di Berlusconi per le elezioni. Un susseguirsi di immagini, parole, annunci che si fondono per disegnare quelle che sembrano le ultime ore di un’era, per questo nostro Paese sotto assedio. Del berlusconismo porteremo i segni ancora per molto, temo. Ma se solo con il tempo potremo valutare quanto saranno profonde le cicatrici, oggi più che mai è evidente quanto questo premier con la sua ostinazione e questo governo con la sua ottusità abbiano ipotecato il futuro dell’Italia. L’emozione di questa svolta, fortissima, si intreccia con l’enorme preoccupazione per la situazione economica e la manifesta sfiducia nei confronti del nostro Paese, che stamani si è tradotta nell’impressionante impennata dello spread. Non possiamo rimanere ostaggio di chi ci ha portato sull’orlo del precipizio. Serve un nuovo governo, subito, che forte di una nuova credibilità e di grandi capacità, ci guidi fuori da questo incubo. 

Nessun commento:

Posta un commento