04 novembre 2011

DIARIO DI BORDO - 4 novembre

Le giornate che stiamo vivendo sono determinanti per il futuro dell’Italia. Dopo la lettera che il premier ha indirizzato alla Ue, la risposta dei mercati è stata chiara. Non si sono fatti rassicurare da questa serie di promesse, tutte da mantenere, che vanno per di più ad aggiungersi ad una manovra massacrante in cui non si intaccano i privilegi né si chiede un contributo reale a chi ha di più per far ripartire il sistema paese. Il risultato è che l’Italia è finita al centro della bufera e si è presentata sullo scenario internazionale del G20 di Cannes con poco o niente in mano, mentre la pressione aumenta.
Una debolezza che si affianca a quella della compagine che sostiene il governo: la maggioranza perde i pezzi, le faide interne al centrodestra vengono a galla in modo sempre più prepotente, gli abbandoni si fanno rilevanti e l’esecutivo è appeso ad un filo. Un’immagine che certo non rassicura i nostri partner europei e che tiene in stallo un’intera nazione, privata della guida sicura e autorevole che sarebbe necessaria per uscire da questa pericolosissima palude.

Proprio per dare un futuro migliore all’Italia, il Pd sarà in piazza San Giovanni, a Roma, domani pomeriggio: “Ricostruzione. In nome del popolo italiano” sarà una grande manifestazione pacifica e da lì lanceremo le nostre proposte per far ripartire il Paese.
Andiamo in piazza per dare il nostro contributo allo sforzo comune indispensabile a voltare pagina e riprendere un cammino fatto di dignità e sviluppo: è un'iniziativa che sostengo con forza. Oggi voler bene al Pd significa saper stare uniti, anche con la volontà di leggere in positivo la discussione interna che si è sviluppata, ma senza cadere nell'ingenuità di non comprendere che produrre spaccature in una forza che deve avere un ruolo determinante nel futuro del Paese sarebbe imperdonabile. E certo i cittadini non potrebbero capire. 

La scorsa settimana è stata drammaticamente segnata dall’alluvione che ha colpito la Lunigiana e la Liguria: questa prima ondata di maltempo ha portato con sé nuovi disastri e nuove vittime, dimostrando quanto fragile sia il nostro territorio. Altrettanto chiaro è che la prevenzione resta lo strumento migliore per affrontare le emergenze. Ma se molti enti locali, come è successo in provincia di Lucca, e diverse Regioni stanno portando avanti un lavoro serrato per la messa in sicurezza, non possiamo dire altrettanto del Governo. Che per fare un elenco sgomentante, non solo ha tagliato del 90% i fondi al Ministero dell’Ambiente, ma dal 2006 ha ridotto i finanziamenti alla Protezione civile, passando da 216 milioni ai 94 destinati quest’anno al fondo utilizzato per gli aiuti nelle emergenze. A questo si aggiungono i ritardi, più volte segnalati, nel trasferimento delle risorse da parte del Ministero del Tesoro, che hanno compromesso la rapida esecuzione dei lavori di messa in sicurezza necessari dopo gli eventi del 2009 in Toscana, in Emilia Romagna e in Liguria. Per di più i vincoli del Patto di stabilità costringeranno nel 2011 la Regione a ridurre a circa un quarto gli impegni per la prevenzione rispetto ai 60 milioni dell’anno scorso. Uno scenario inquietante, con l’inverno alle porte, mentre si guarda con preoccupazione all’allerta meteo di questi giorni.

A Lucca si è poi tornati a parlare, con urgenza, di due temi che mi stanno molto a cuore.

Mercoledì ho preso parte all’incontro con l’assessore regionale Targetti in cui si è discusso dei tagli alle ore di sostegno per gli studenti disabili: le istituzioni, nonostante i durissimi tagli, si stanno muovendo e mi auguro che dagli incontri programmati arrivino risposte. Da parte mia continuo a seguire con attenzione questa situazione: il diritto all’istruzione per tutti è sancito dalla Costituzione, trovo inaccettabile che le sforbiciate di Tremonti privino tanti bambini e ragazzi della possibilità di costruirsi un futuro. A due mesi dall’inizio dell’anno scolastico servono risposte chiare dagli organismi competenti, come ho già chiesto nell’interrogazione che ho presentato al ministro Gelmini alla fine di settembre.

Intanto, mentre celebriamo il centenario dell’arrivo della ferrovia in Garfagnana, è ancora irrisolta la condizione difficilissima dei pendolari: mercoledì studenti e lavoratori hanno protestato alla stazione di Piazza al Serchio, esasperati dalle condizioni del collegamento ferroviario tra la Valle del Serchio e la Piana di Lucca. Ho espresso la mia solidarietà a queste persone, che ogni giorno pagano lo scotto di una situazione inaccettabile e di un servizio offerto ormai in condizioni e tempi indecenti. Continuiamo da mesi a chiedere alle Ferrovie che, nella pur difficile congiuntura economica, il servizio sia adeguato: i pesanti tagli del governo non devono arrivare a paralizzare un servizio fondamentale né privare della dignità che merita un collegamento insostituibile per chi vive in aree geograficamente marginali. Vogliamo risposte rapide e le chiederò a tutti gli organismi istituzionali competenti, governo, Ferrovie e Regione: in particolare presenterò nei prossimi giorni un’interrogazione al Ministro Matteoli per sapere quali risorse siano destinate al trasporto ferroviario locale, di quanto siano state ridotte per la nostra Regione e se tra gli investimenti destinati a RFI siano contemplate misure soltanto a favore dell’alta velocità. Occorrono nuove motrici, vagoni confortevoli e personale che permetta il rispetto degli orari: si è ormai toccato il fondo e non saranno i soliti ritornelli sulle risorse che mancano ad accontentare chi non ha alternative per raggiungere scuole e posti di lavoro.




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