16 settembre 2011

DIARIO DI BORDO - 16 settembre

La manovra voluta dal governo, durissima e allo stesso tempo inadeguata, è diventata legge.
È stata approvata mercoledì sera, dopo che l’esecutivo aveva blindato il provvedimento con la fiducia, per l’ennesima volta, impedendo il confronto più volte richiesto dal Pd. La manovra bis, quella dei tagli alla scuola, alla sanità, ai servizi, quella delle classi pollaio e dei ticket sanitari,  quella degli enti locali in ginocchio, del trasporto pubblico falcidiato, quella delle pensioni rimandate a data da destinarsi e dei licenziamenti facili, quella che fa pagare il conto alle fasce più deboli e non intacca i privilegi dei più ricchi è da ieri sera una realtà con cui gli italiani, famiglie e lavoratori, si troveranno a fare i conti molto presto. Anzi, prestissimo, dato che da domani sarà effettivo l’aumento dell’Iva, che colpirà tutti, indiscriminatamente, con un nuovo innalzamento dei prezzi.
Il provvedimento è passato con 314 voti favorevoli e 300 contrari, mentre fuori da Montecitorio si consumavano scontri e cariche della polizia a testimoniare del clima sempre più teso che si respira in Italia.
Tra le perle registrate alla Camera anche l’ipotesi di un ritorno del condono fiscale, tanto per chiarire con quali mezzi, idee e proposte innovative e lungimiranti il centrodestra stia affrontando la crisi epocale che ha investito l’Italia. E di questa inettitudine pare proprio che si siano accorti tutti, tranne l’esecutivo stesso: emblematico il commento di Emma Marcegaglia, che ha bollato la manovra come “depressiva”, “tutta tasse”, priva di misure per la crescita, ed ha parlato di “balletto imbarazzante” nella elaborazione delle misure. Mentre dai mercati sono più volte arrivati chiari segnali di come la credibilità del nostro Paese risulti indebolita. Una nota positiva, fortunatamente, c’è stata: nella lunga giornata di mercoledì è stato approvato un ordine del giorno del Pd che impegna il governo a valutare la revisione dell’articolo 8.
Nel frattempo i componenti dell’esecutivo non perdono occasione per manifestare quale sia la loro idea di rispetto per i cittadini e per la Costituzione: solo ieri il ministro Sacconi (che pochi giorni fa si era ‘distinto’ per una storiella offensiva e stupida) ha detto a chiare lettere che a suo avviso il risultato del referendum di giugno sull’acqua pubblica deve essere rimesso in discussione. Insomma, per il ministro, esponente di un governo che tra l’altro ha bloccato tutti i percorsi verso autentiche liberalizzazioni, bisognerebbe passare un bel colpo di spugna sull’inequivocabile volontà degli italiani, espressa peraltro attraverso un importante strumento costituzionale. Sacconi non perde occasione per mostrare il suo disprezzo per la democrazia, ma deve anche sapere che faremo un’opposizione fermissima a questo tentativo di sovvertire l’esito del referendum popolare e di cancellare 26 milioni di sì all’acqua pubblica.
Dei giorni scorsi anche la ‘fotografia’ scattata dall’Ocse alla situazione occupazionale in Italia: sotto la lente i giovani, imprigionati tra precarietà in crescita e difficoltà a trovare un lavoro. Anche sul fronte dei salari il quadro non è consolante: quelli italiani in media si fermano ben al di sotto del dato europeo. Intanto, il centro studi di Confindustria ha rivisto al peggio le stime sulla nostra crescita mentre l’Istat ha rilevato un aumento dell’inflazione, con prezzi più alti per benzina e alimentari.
A tutto questo si aggiunge l’indecente spettacolo offerto dal presidente del Consiglio che, impegnato a evitare il confronto con i magistrati, sta inanellando una serie di figuracce sulla scena internazionale. E ogni giorno le novità che emergono da ormai ben note immagini arricchiscono di dettagli squallidi e triviali il ritratto di un Berlusconi la cui credibilità è sempre più in crisi.
Disgraziatamente gli effetti di quel micidiale mix che è la manovra si abbattono sui più deboli: una vicenda per tutte, quella dei tagli alle ore di sostegno nelle scuole. Negli istituti della provincia di Lucca non potrà essere garantito neppure il parametro minimo di un docente ogni due alunni disabili, hanno spiegato dirigenti, docenti e genitori. Una situazione gravissima e vergognosa, di cui chiederò conto ai ministri Gelmini e Tremonti con un’interrogazione parlamentare. 

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