19 settembre 2011

Le tristi smanie di un premier in crisi

Donne come tangenti. Corpi come beni di consumo da scambiare per ottenere favori, denaro, agevolazioni. Richieste precise, dall’altezza agli abiti da indossare, che definiscono come fossero oggetti le caratteristiche delle ragazze che vengono invitate alle feste del premier. Il tutto raccontato da un lessico che chiamare volgare è già un complimento, che rispecchia i peggiori cliché del maschilismo più cafone, che lascia intravedere una penosa routine para-seduttiva incardinata secondo le regole di un immaginario talmente scaduto da mandare puzza di rancido.
Quale sia la considerazione che il premier ha delle donne, delle loro capacità, delle loro esigenze, lo avevamo chiaro da tempo.
Oltre alle grane giudiziarie, i provvedimenti del suo governo lo testimoniano chiaramente. Ma le ultime puntate della saga del bunga bunga non possono che lasciare attoniti. Il presidente del consiglio “a tempo perso” (parole sue!) ne vien fuori come un vecchio satrapo afflitto da una pericolosa ansia da prestazione, tanto intensa da fargli dimenticare le minime misure per tutelarsi, e che finisce per consegnarsi inerme nella mani di chi lo circonda di ragazze disponibili, trafficando allo stesso tempo per procurargli incontri con starlette o attrici di cui si è momentaneamente invaghito.
Sono tante le giovani donne che hanno accettato di partecipare alle ‘cene eleganti’. E mi chiedo come tutti noi possiamo rispondere allo sfacelo di un’ Italia in cui andare a letto con il potente di turno, magari con il sostegno più o meno attivo di qualche familiare disinvolto, sembra essere diventata la via maestra per il successo. Un successo tutto esteriore, rinchiuso in pochi minuti di video, in qualche scatto fotografico.
Intanto le donne che studiano e fanno ricerca sono spesso costrette ad andarsene all’estero, quelle che lavorano sono troppo spesso costrette a scegliere tra famiglia e carriera, quelle che accudiscono i propri cari, piccoli o anziani, sono abbandonate e penalizzate dal taglio dei servizi.
Vogliamo un’altra Italia per le donne italiane. Un Paese più giusto, un capo del governo che non si riferisca a loro con sboccate metonimie.
Una bella risposta è già arrivata con la giornata “Se non ora quando?”. Ma la donne continuano a muoversi. E tra le tante iniziative voglio segnalarvi il “Treno delle donne per salvare la Costituzione”. Due treni, uno proveniente dal Nord e l’altro dal Sud arriveranno a Roma il 24 settembre, per manifestare in difesa della nostra Carta circondando il Parlamento. Trovate tutte le informazioni su www.trenodelledonneperlacostituzione.it

Nessun commento:

Posta un commento