25 maggio 2012

Insieme per combattere la violenza contro le donne


Due anni fa Alessandra Biagi veniva uccisa dal suo ex compagno a colpi di arma da fuoco. Qualche mese prima di lei erano state assassinate Loretta Salemme e Vanessa Simonini. Poco tempo dopo sono state falciate le vite di Kalianis Perez Cala, Rajmonda Zefi, Laura Giannarini. Donne ammazzate da uomini vicini, considerati amici, già stati compagni di vita. Vite falciate da una violenza brutale che ha segnato tragicamente la Lucchesia, che continua a colpire in tutto il nostro Paese e che si consuma sempre più spesso nell’ambito dei legami personali, familiari, sentimentali, scatenata dalla decisione di non sottostare ai desideri e alle imposizioni di uomini incapaci di una reazione diversa dalla sopraffazione, fisica o psicologica. Ci sono dati che fanno rabbrividire: si parla di più del 90% di violenza sommersa nel caso che a commetterla sia il partner. C’è l’agghiacciante conta di quelli che qualcuno ha definito “femminicidi”, che produce numeri in spaventosa, costante crescita. Per questo credo che noi tutti dobbiamo fare qualcosa. Qualcosa di concreto, di vicino: nel nostro territorio sono stati fatti passi importanti, tra cui di recente lo sportello antiviolenza aperto a Gallicano nell’ambito del progetto in memoria di Vanessa. Da anni la bella Campagna del Fiocco Bianco mobilita uomini e donne contro la violenza. Nelle Asl della nostra provincia (e di altre in Toscana) è stato attivato il “codice rosa”, riservato alle vittime di violenza. E nascono iniziative come quella che si terrà stasera dalle 21 presso la Chiesa di S.Stefano a Verciano, organizzata da Comune di Capannori, Provincia di Lucca e diverse associazioni, in memoria di Alessandra e delle altre donne uccise. Perché “ricordare non basta”: bisogna conoscere, fornire informazioni, ripensare servizi e sostegno. È la strada giusta che dobbiamo continuare a percorrere con ostinazione e nonostante le difficoltà, per lavorare al profondo cambiamento culturale, sociale e politico, indispensabile a combattere un fenomeno spaventoso che l’Italia, se vuol continuare a definirsi paese civile, non può più tollerare. 

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