È
arrivato martedì l’ok della Camera al progetto di legge che promuove il
riequilibrio della rappresentanza di genere. Ora la palla passa al Senato, ma voglio
esprimere tutta la mia soddisfazione per questo passo importantissimo, frutto
del lavoro di squadra, trasversale, delle deputate.
L’obiettivo
è chiaro: promuovere la parità effettiva nella rappresentanza politica di enti
locali, Regioni, negli enti controllati e nelle commissioni di concorso delle
pubbliche amministrazioni. Il progetto legge punta a centrare il risultato con
una serie di misure semplici ed efficaci, che facilitano l’accesso delle donne
non solo alle cariche elettive ma anche agli organi esecutivi e agli uffici
pubblici. Per quel che riguarda i Comuni, oltre alla doppia preferenza per i
candidati a consigliere comunale (una dovrà riguardare un candidato maschio,
l’altra una donna della stessa lista), è previsto che nessuno dei due sessi
possa essere rappresentato in ciascuna lista in una misura superiore ai due
terzi dei candidati. Tra le disposizioni, anche l’istituzione della vigilanza
sulle nomine delle commissioni per i concorsi pubblici: gli atti di nomina
dovranno essere infatti inviati alla consigliera o al consigliere di parità
competente, per la certificazione del rispetto della parità di genere nella
composizione della commissione stessa. Quando questo testo diverrà legge, gli
statuti degli enti locali dovranno definire entro sei mesi le norme necessarie
a garantire la parità nei contesti indicati e anche le legislazioni regionali
dovranno promuovere la parità nell’accesso alle cariche elettive.
In
attesa del vaglio del Senato, dove continueremo ad impegnarci per migliorare e
rafforzare il testo, resta il dispiacere per la presa di posizione di Pdl, Udc
e Lega, che hanno votato contro l’introduzione dell’indirizzo paritario nella
formazione delle giunte. Anche per questo è importante continuare a lavorare
ogni giorno, nei territori, per fare in modo che le donne, con la loro
competenza e il loro talento, possano contribuire sempre di più al governo
delle istituzioni e alla costruzione del nuovo sviluppo di cui il nostro Paese
ha bisogno.
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