22 luglio 2011

DIARIO DI BORDO - dal 18 al 24 luglio

Un terremoto per la maggioranza: questa settimana parlamentare è stata fitta di appuntamenti importanti e segnata da una serie di disfatte per il governo e per il presidente del Consiglio.
La spaccatura più clamorosa si è consumata sulla richiesta di arresto per Alfonso Papa, nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4. Pdl e gruppo dei “responsabili” hanno chiesto il voto segreto: una scelta fortemente stigmatizzata dal capogruppo Pd, Franceschini, che ha anche sottolineato le ambiguità della Lega. Il Carroccio ha formalmente lasciato libertà di coscienza, pur dichiarandosi favorevole all’arresto e determinando di fatto il risultato. Il via libera all’arresto del deputato berlusconiano, è arrivato con 319 sì e 293 no (sostanzialmente un rovesciamento dei numeri della maggioranza) facendo calare un silenzio di ghiaccio sull’Aula. E mentre Berlusconi, che ha assistito esterrefatto alle operazioni di voto, sbatteva con rabbia il pugno sul banco a cui sedeva, questa nuova débacle definiva in modo ancor più netto la difficoltà di una maggioranza che si sta sgretolando. Che “si è rotta”, come ha detto il segretario democratico Bersani.
Emblematico proprio quello che è successo nella Lega, con Bossi e Maroni schierati su fronti diversi: una forza sempre meno disposta a seguire le indicazioni del premier, ma anche del suo leader storico che nei giorni passati si era barcamenato tra posizioni opposte. La tensione si è fatta sentire anche tra Pdl e Udc (che insieme a Pd e Idv ha votato a favore dell’arresto) con uno scontro tra due deputati.
Altrettanto pesante per il centrodestra l’esito del voto durante i lavori sul decreto rifiuti, che si erano svolti la mattina, prima del voto sulla vicenda Papa, e durante i quali si era già intuita, gravissima, la possibilità di accordi incrociati sui due temi tra le diverse componenti della maggioranza. Il governo è andato sotto due volte e, se non bastasse, la stessa maggioranza ha di fatto sconfessato il ministro Prestigiacomo, votando contro le sue indicazioni. Il ministro aveva espresso parere favorevole su una mozione dell’Idv contro la quale, invece, hanno votato i deputati del centrodestra e tutti gli altri ministri. E l’esecutivo è stato nuovamente battuto, poco più tardi, su una mozione dell’Api. Il risultato di questo pasticcio, che dimostra come il governo sia ormai totalmente incapace di affrontare i reali problemi del Paese, è che il decreto sui rifiuti in Campania è stato rinviato in commissione. In questo modo il rischio che si avvii alla decadenza, in settembre, senza che si faccia niente per risolvere davvero la situazione di Napoli, diventa concreto.
Arrivano anche i buoni frutti del lavoro del Pd in Parlamento: questa settimana ad esempio, dopo tante iniziative in commissione e in Aula a favore dei disabili, è stata approvata dalla Camera la mozione dei democratici che chiede al governo di trovare i mezzi per attenuare gli effetti delle norme che costringono i portatori di invalidità a trafile burocratiche infinite e a faticose verifiche per vedere riconosciuto il loro diritto alla pensione di disabilità.
Intanto in Toscana si torna a parlare di digitale terrestre: lo “switch off”, inizialmente previsto per il secondo semestre 2012, è stato anticipato a novembre 2011, con un’accelerazione che crea difficoltà nell’aggiornare i ripetitori in tempo utile. E per le zone montane c’è il rischio di trovarsi tagliate fuori dalle trasmissioni televisive, nonostante i cittadini paghino regolarmente il canone che dà loro diritto ad avere accesso alla programmazione. Infatti, oltre ai  problemi di sintonizzazione e alla necessità di dotarsi di un decoder lo spegnimento del segnale analogico determinerà probabilmente difficoltà a cui si potrà ovviare soltanto tramite interventi molto costosi a causa dell’elevato numero di ripetitori necessari. Ma nella nostra regione i disagi potrebbero farsi sentire anche per le tv locali, che offrono un’importante servizio al territorio e con il passaggio al digitale terrestre potrebbero non trovare spazio sufficiente sulle nuove frequenze. È necessario rimandare il passaggio alla data stabilita originariamente e l’operazione deve essere svolta in coordinamento con gli enti locali. Da parte mia ho presentato al ministro dello Sviluppo un’interrogazione per chiedere cosa intenda fare per evitare disagi alle zone geograficamente disagiate, che tra l’altro sono già penalizzate nell’accesso ad alcuni servizi legati alle nuove tecnologie. 

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