13 luglio 2011

Parlando di testamento biologico e di una pessima legge

Mi è successo spesso di pensare, di fronte a provvedimenti decisi da questo governo, al “Verrà un giorno…” di Frà Cristoforo. L’ho pensato davanti ai tagli alla scuola che rubano il futuro a bimbi e ragazzi. Davanti alle sforbiciate alla sanità, alle leggi ad personam, a certi provvedimenti sull’immigrazione. L’ho pensato quando ho sentito un Ministro della Repubblica proporre di prendere le impronte digitali ad alcuni bambini, solo alcuni.

Oggi lo penso, e la frase risuona nella mia testa più forte che mai, in merito alla discussione in Parlamento sul testamento biologico. A metà della scorsa settimana abbiamo iniziato l’esame del disegno di legge. Una pessima legge. Una legge che resta un ammasso di vuote parole, perché non garantisce affatto che le volontà del singolo vengano rispettate. Al contrario, le rende di fatto inapplicabili, imbrigliandole in una serie impressionante di norme e limiti punitivi per il malato, che non può più disporre del proprio corpo. E rende possibile la pesante ingerenza dello Stato nelle convinzioni personali sul fine vita. Il Pd ha tentato in ogni modo di fermare questo testo: abbiamo chiesto di avviare una riflessione vera, libera da ogni strumentalizzazione, per evitare di fare errori e di prendere decisioni affrettate su un tema così delicato. Abbiamo chiesto di non regolare per legge una materia che si intreccia con le scelte più intime di una persona, tanto più di una persona sofferente, abbiamo avanzato proposte alternative. Infine abbiamo fatto ricorso al regolamento d’Aula e utilizzato tutto il tempo a nostra disposizione per il dibattito per cercare di rallentare il percorso di una maggioranza che, sostenuta dall’Udc, ha voluto procedere come un treno in corsa verso l’approvazione. Non è bastato. Non si è voluto ragionare davvero, neppure su un argomento tanto sensibile. Il risultato è che, se la norma passerà anche al Senato (dove comunque approderà in autunno), ci troveremo con una legge che è un collage confuso di prescrizioni incomprensibili e di divieti che contrastano con la normativa europea sul fine vita, che scarica sui medici una responsabilità pesantissima, mettendoli per di più nella posizione di non rispettare la volontà dei pazienti. Un caos che potrà produrre innumerevoli ricorsi in tribunale. E che dimostra quanto il governo e la maggioranza, che con questa legge si assumono “la responsabilità di continuare a lacerare il Paese” come ha detto l’onorevole Livia Turco nella sua dichiarazione di voto, sia ormai lontano dal comune sentire degli italiani. 

Qui trovare la dichiarazione di voto dell'onorevole Livia Turco. 

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