08 luglio 2011

DIARIO DI BORDO - dal 4 al 10 luglio

Le temperature continuano a restare alte a Montecitorio. Complice un’agenda fittissima, densa di temi importanti per il futuro del nostro paese.
Tra gli autogol dell’esecutivo, in questa settimana vale la pena di segnalare il mancato rinnovo della commissione di valutazione d’impatto ambientale, più nota come Via, che è decaduta dal 22 giugno scorso. Insomma, il governo del fare, che sulla necessità di nuove infrastrutture non manca mai di far proclami, di fatto ostacola l’avvio concreto di molte opere. Proprio in questi giorni ho posto di nuovo il problema alla ministra Prestigiacomo, che però sostiene di non avere responsabilità e che il blocco è causato dal Ministero dell’Economia. Vorrei ricordare che la commissione Via viene finanziata unicamente attraverso le richieste che deve esaminare e che quindi è assolutamente irresponsabile bloccare l’avvio di opere a causa dell’assenza di questo organismo fondamentale per il rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici. Il mancato rinnovo potrebbe avere effetti negativi già dalla prossima riunione del Cipe, prevista il 31 luglio, in cui il parere della commissione sarà fondamentale per molti progetti da finanziare. Ormai siamo nel campo dell’assurdo: per questo ho presentato un’interrogazione indirizzata in particolare al ministro Tremonti.
Intanto la manovra ha proseguito il suo cammino.
Oltre le misure che penalizzano gravemente enti locali, sanità, e in generale i servizi per i cittadini, è impossibile dimenticare il tentativo della maggioranza di inserire nel testo un codicillo ‘pro Fininvest’, che se non fosse stato ritirato in seguito alle polemiche e alle osservazioni del Quirinale, avrebbe consentito al gruppo della famiglia del premier di evitare di pagare il maxirisarcimento legato alla vicenda Lodo Mondadori.
In Aula si è discusso anche di abolizione delle Province: la posizione del Pd, che si è astenuto su un emendamento presentato da Pdl e Lega (con cui si chiedeva di sopprimere l’articolo del testo presentato dall’Idv che prevedeva la cancellazione delle parole “le Province” dal Titolo V della Costituzione), ha attirato critiche. La nostra scelta però va nella direzione della chiarezza: limitarsi ad eliminare un livello amministrativo, senza proporre alcuna soluzione alternativa per la gestione delle importanti competenze attualmente in carico alle amministrazioni provinciali (dalla pianificazione territoriale e ambientale alla formazione professionale, passando per i trasporti) equivale a prendere una scorciatoia chiaramente demagogica, dicendo ai cittadini che basta cancellare una parola per cancellare anche gli sprechi. Non è così, purtroppo. Al contrario, dal Pd sono da tempo arrivate proposte assai più concrete: a partire dall’immediata soppressione delle Province in presenza di Aree metropolitane; ma esiste anche una proposta di legge presentata dal segretario Bersani che chiede di aprire in tempi rapidissimi una revisione che permetta di chiarire “chi fa cosa”. Obiettivo: discutere seriamente del superamento delle Province e soprattutto razionalizzare i livelli di governo del Paese nel segno della sobrietà, del rigore e anche della maggiore efficienza che i cittadini continuano a chiedere a chi li rappresenta. Nessuna volontà di rinviare, dunque: abbiamo invece dato ampia disponibilità a discutere molto velocemente il destino degli enti che devono essere riorganizzati.
Delicatissimo il tema del testamento biologico: da metà della settimana abbiamo cominciato l’esame del disegno di legge e il Pd ha utilizzato tutto il tempo a sua disposizione nel dibattito per cercare di fermare questo testo, che produce pesanti ingerenze nelle convinzioni personali sul fine vita. Al contrario, chiediamo di avviare una vera riflessione, profonda e non strumentale, per evitare errori e scelte affrettate in un contesto tanto sensibile. Ma nonostante il nostro appello a non regolare per legge una materia che attiene alle scelte più intime, la maggioranza sostenuta dall’Udc procede blindatissima in questa direzione.
In Commissione ha tenuto banco il tema dei rifiuti a Napoli, con le audizioni per gli enti locali coinvolti. Mentre da Franco Gabrielli, capo Dipartimento della Protezione Civile che abbiamo sentito in Commissione Bilancio, è arrivato il grave annuncio di una prossima paralisi del dipartimento stesso, per mancanza di fondi in seguito ai tagli effettuati con gli ultimi provvedimenti. Gli effetti del mille proroghe sono stati quelli di bloccare l’erogazione dei fondi necessari alle istituzioni locali per interventi di urgenza e ripristino nei territori. Per evitare che a fare le spese di questo tardivo rigore finanziario siano i cittadini e i territori colpiti da calamità, il Pd si è impegnato a predisporre una risoluzione che sollecita il governo a mettere in grado Protezione Civile e Regioni di affrontare adeguatamente le crisi.  
Dal nostro territorio arriva poi un allarme: quello per gli 80 lavoratori garfagnini del Consorzio Etruria (molti dei quali soci fondatori) che scontano le difficoltà del gruppo-simbolo dell’edilizia toscana, fortemente penalizzato, come le altre aziende del settore, da una crisi derivante dalla contrazione degli investimenti pubblici (- 60% nel 2010), dalla riduzione della capacità di spesa di Enti locali e Regione (causati dai vincoli del patto di stabilità e dal ritardo sistematico dei trasferimenti dal Governo) e dalla contrazione del mercato privato. È già scattata la cassa integrazione, la Regione ha assicurato ogni forma di sostegno a dipendenti e imprese dell’indotto, ma ora è importante che arrivi una risposta forte dal territorio: tutte le istituzioni e gli enti locali devono mantenere alta l’attenzione per favorire la ripresa ed evitare l’impoverimento del nostro tessuto produttivo, già messo a dura prova dalla crisi degli ultimi anni.
Proprio ad “Un nuovo modello di sviluppo” è dedicata la festa nazionale del Pd che si tiene a Carpi, in provincia di Modena: domenica 10 luglio, alle 21, sono stata invitata a discutere di “Edilizia e lavori pubblici: le riforme per appalti trasparenti, requisiti ambientali ed efficienza energetica”, insieme a sindaci e rappresentanti del mondo delle costruzioni, come il presidente Ance Paolo Buzzetti e Igor Skuk, dirigente Associazione Nazionale Cooperative di Produzione e Lavoro Legacoop. 

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