29 luglio 2011

DIARIO DI BORDO - dal 25 al 30 luglio

Una legge ad personam, tanto per cambiare: la settimana che si è appena chiusa è stata segnata dalle polemiche sul ddl sul cosiddetto “processo lungo”. La fiducia sul provvedimento che consentirà, tra l’altro, alla difesa di dilatare a dismisura le liste dei testimoni, con evidenti conseguenze sui tempi dei processi, è stata votata oggi al Senato: il ddl è passato con 160 voti a favore e 139 contrari; tornerà alla Camera, dove il Pd, come ha già fatto a Palazzo Madama, si batterà per impedirne l’approvazione definitiva. E se l’accelerazione impressa dall’esecutivo all’iter del provvedimento era già stata definita “inaccettabile” dalla capogruppo democratica Anna Finocchiaro (che oggi ha duramente stigmatizzato l’assenza di Berlusconi in aula) subito dopo il voto è arrivata la voce critica del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Palamara, che senza giri di parole ha spiegato come “processo lungo significa non arrivare mai a sentenza”. Ma questa maggioranza non voleva abbreviare i tempi dei processi? Un pessimo inizio, mi viene da dire, per il nuovo Guardasigilli Nitto Palma, che al Senato era presente ma non ha detto parola su una scelta che, sempre per citare Palamara è dettata “dall’esigenza di risolvere situazioni particolari e non porta ad alcun miglioramento dell’efficienza del processo”.
Pessima la performance del governo e della maggioranza anche quando si è trattato di discutere le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pdl, Udc e Lega sul ddl contro l’omofobia.
La Camera le ha approvate ed ha così inferto un duro colpo al cammino di una legge importante, in grado di mandare un segnale di civiltà in un paese che troppe volte mostra una faccia intollerante e oscurantista. Il disegno di legge puntava a introdurre l’aggravante di omofobia nei reati penali, tema tornato prepotentemente all’ordine del giorno dopo le molte aggressioni degli ultimi mesi. Ma ad una questione tanto delicata la maggioranza, insieme all’Udc, ha risposto con un arrogante tentativo di confondere le acque e nascondendosi in modo ipocrita dietro un presunto principio di uguaglianza, in base al quale, secondo il capogruppo Pdl Cicchitto, non si deve ammettere “un trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale accentuerebbe una diversità”.  L’Italia dovrà purtroppo aspettare ancora prima di riuscire a mostrare il suo volto più civile su questo tema tanto sensibile.
Intanto, parlando di territorio, giovedì ho presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio affinché chiarisca lo stato della ripartizione e dell’effettiva erogazione dei finanziamenti decisi nelle ordinanze della Protezione civile: oltre alla nostra Toscana sono tante le regioni italiane, dalla Basilicata alle Marche, colpite in questi anni da calamità naturali come frane e alluvioni. E la frequenza dei disastri è stata aggravata dall’incuria e da una gestione dissennata del suolo e dei bacini idrografici. Senza contare la totale mancanza di politica di pianificazione, manutenzione e prevenzione sul territorio. Per questo ho chiesto che venga fatta tempestivamente chiarezza sui finanziamenti destinati alle aree colpite che si trovano in grave difficoltà proprio a causa della mancanza di fondi. Auspicando che vi sia un trattamento equo tra le diverse regioni, cosa che negli anni scorsi sembra non essere avvenuta.  
Arriva però anche una buona notizia, per la nostra provincia e per tutti i piccoli comuni: la Camera ha approvato all’unanimità un testo (nato da una proposta di legge del Pd) che scommette sulla valorizzazione dei centri storici nei comuni con popolazione fino a 5mila abitanti. È un primo passo importante verso l’approvazione di una legge che permetterà di riscoprire la bellezza dei borghi antichi, la loro storia, le splendide cornici naturali e un patrimonio di tradizioni artigianali ed enogastronomiche che rappresentano una ricchezza straordinaria per il nostro Paese. Il provvedimento comprende interventi pubblici e privati per realizzare infrastrutture ed opere pubbliche, migliorare i servizi, ristrutturare e consolidare in termini antisismici gli edifici storici: per il 2012 è previsto un primo finanziamento di 50 milioni, da incrementare successivamente con un fondo ad hoc previsto nella legge di bilancio. L’approvazione di questa legge permetterà di valorizzare un’eccellenza che può attrarre nuove, raffinate, forme di domanda turistica, e di migliorare la qualità della vita per gli abitanti dei piccoli comuni. Proprio per dare nuovo ossigeno a queste aree, su cui già gravano i tagli del governo, mi auguro che dal Senato arrivi una risposta altrettanto rapida quando la proposta di legge arriverà in aula a Palazzo Madama.


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